DoloMITI. Scie di Gloria

DoloMITI. Scie di Gloria

Quando la montagna racconta l’uomo. Quando lo sport diventa poesia.

Ci sono storie che si possono solo ascoltare in silenzio, perché portano addosso il profumo del bosco, l’eco delle vette, il fruscio leggero della neve che cade. “DoloMITI. Scie di Gloria” nasce in quel silenzio antico e luminoso che appartiene alle montagne. Non è solo uno spettacolo teatrale: è un invito a percorrere un sentiero interiore, un viaggio che attraversa i ricordi, la fatica, il talento, la volontà e l’immaginazione di chi ha trasformato la propria vita in una traccia indelebile.

La montagna non concede tutto subito; intreccia la grandezza alla fragilità, la forza all’equilibrio, l’istinto alla disciplina. E forse è proprio per questo che lo sport ha trovato qui la sua casa più autentica. Nelle Dolomiti, culla di imprese e di leggende, lo sport non è mai semplice competizione: è un dialogo tra l’uomo e la natura, una sfida che misura il fiato, il cuore e il coraggio.


Un progetto dentro l’Olimpiade Culturale

“DoloMITI. Scie di Gloria” si inserisce nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, un programma multidisciplinare, diffuso e partecipato, pensato per animare l’Italia e promuovere i valori Olimpici attraverso la cultura, il patrimonio e lo sport.
Un’iniziativa che accompagnerà il Paese verso i Giochi Olimpici Invernali (6–22 febbraio 2026) e i Giochi Paralimpici Invernali (6–15 marzo 2026).

L’iniziativa è inserita nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma multidisciplinare, plurale e diffuso che animerà l’Italia per promuovere i valori Olimpici attraverso la cultura, il patrimonio e lo sport, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali che l’Italia ospiterà rispettivamente dal 6 al 22 febbraio e dal 6 al 15 marzo 2026.

In questo percorso nazionale di rinascita, di visione e di unione, lo spettacolo si fa messaggero di un linguaggio che va oltre la competizione e oltre i numeri del cronometro. Parla di storia, di identità, di comunità. Parla di ciò che resta, e non solo di ciò che si vince.


Sportivi che diventano simboli

In scena ritornano i volti, le voci e le imprese dei grandi campioni che hanno scritto pagine indimenticabili dello sport italiano: da Eugenio Monti a Maurilio De Zolt, da Kristian Ghedina a Giacomo Kratter, da Lisa Vitozzi a Renè e Alba De Silvestro, fino ai tanti protagonisti che hanno vissuto, amato e sfidato le Dolomiti.

Le loro testimonianze non sono semplice materiale biografico: sono confessioni di vita.
Sono storie di cadute dolorose e risalite luminose.
Sono dubbi, paure, sogni, traguardi che non finiscono sul podio ma continuano nel quotidiano.

La loro voce, raccolta con delicatezza e rispetto, diventa un patrimonio condiviso. Ci ricorda che la gloria non è un lampo improvviso, ma una costruzione lenta, imperfetta, tenace. Che il talento è un dono, ma il coraggio è una scelta. Che la montagna educa alla verità, perché “ti mette lì davanti a te stesso, senza scorciatoie”.


La poesia della montagna come cornice dell’anima

A dare profondità al racconto ci sono gli autori che della montagna hanno fatto un destino: Thomas Mann, Dino Buzzati, Mauro Corona, Antonia Pozzi, Andrea Zanzotto e molti altri. Le loro parole attraversano la scena come vento freddo o luce calda, dando ai gesti degli atleti una dimensione universale.

La letteratura diventa voce dell’essenziale: racconta il silenzio, la paura, la potenza delle vette, l’enrosadira che incendia le pareti rocciose, il mistero che si nasconde tra ghiaccio e boschi.
Nelle loro righe si ritrovano le stesse tensioni che muovono gli sportivi: l’ascesa, la solitudine, la perseveranza, la ricerca della vetta interiore.

Sulla scena, scrittura e testimonianza si incontrano e si fondono. Il teatro diventa il luogo in cui la montagna smette di essere pietra e diventa emozione. Dove lo sport smette di essere gesto e diventa racconto. Dove l’uomo smette di sentirsi piccolo e trova nel limite la sua grandezza.


Le Dolomiti come personaggio

Le Dolomiti non fanno da sfondo allo spettacolo: sono un personaggio vero, con una voce che vibra in ogni passaggio. Sono la casa, la prova e il rifugio. Sono il luogo della sfida e della rivelazione. Sono la memoria di chi ha lottato, di chi è caduto, di chi è passato prima.

Ogni vallata, ogni cima, ogni ombra racconta qualcosa: la leggerezza dei primi passi sulla neve, il fiato corto dell’ascesa, il boato del vento che precede un salto.
La montagna custodisce le storie dei campioni e le restituisce al pubblico con una cura millenaria.

E così lo spettacolo diventa un rito collettivo, un modo per ricordare che la montagna insegna sempre: a essere umili, a guardare lontano, a riconoscere la bellezza nella fatica.


Una scia che parla alle nuove generazioni

“DoloMITI. Scie di Gloria” è anche un progetto educativo, pensato per gli studenti delle scuole secondarie. Perché lo sport è un maestro silenzioso, ma fermo. Insegna la disciplina, la lealtà, l’impegno. Insegna che la sconfitta non è un fallimento, ma una tappa. Insegna che ciò che davvero conta non è la medaglia, ma il percorso.

Gli atleti, con le loro parole sincere, diventano guide per i ragazzi: mostrano che ogni traguardo è fatto di errori, tentativi, allenamenti ripetuti quando nessuno guarda.
Mostrano che non si diventa campioni per caso, e che il segreto non è il talento, ma la volontà di rialzarsi.

Lo spettacolo vuole essere un dono alle nuove generazioni, un invito a riconoscere la propria voce, i propri limiti, la propria forza.


Un viaggio più grande dello spettacolo

Alla fine, quando il sipario scende, rimane qualcosa che non si può spiegare del tutto. Una vibrazione, un ricordo. La sensazione di aver camminato dentro una storia che appartiene a tutti: la storia dell’uomo che tenta, inciampa, ritorna. La storia dello sport che salva, educa e unisce. La storia di una montagna che continua a parlare da millenni.

“DoloMITI. Scie di Gloria” è questo: una scia che non si scioglie, una memoria che non svanisce.
È un invito a guardare la montagna e la vita con occhi nuovi: occhi che sanno stupirsi, che sanno ascoltare, che sanno cambiare.

Perché la gloria è un istante, ma la sua scia attraversa il tempo.
E continua a illuminare il cammino di chi ha il coraggio di seguirla.

SPETTACOLI MATTUTINI:

  • 09/12/2025 Santo Stefano di Cadore, Cinema Piave ore 11.00
  • 20/12/2025Feltre, Auditorium Istituto Canossiano ore 11.00
  • 20/01/2026 Belluno, Teatro Buzzati ore 11.00
  • 24/01/2026 Treviso, Sala Conferenze della sede di Treviso della Camera di Commercio Treviso Belluno, ore 11.00
  • 27/01/2026 Pieve di Cadore, Auditorium Cos.Mo ore 11.00

SPETTACOLI SERALI:

  • 05/12/2025 Paiane di Ponte nelle Alpi – Teatro Pierobon ore 20.45
  • 19/12/2025 Feltre, Auditorium Istituto Canossiano ore 20.30
  • 16/01/2026 Conegliano, Auditorium G. Toniolo ore 20.30
  • 19/01/2026 Belluno, Teatro Buzzati ore 20.45
  • 08/02/2026 Puos, Casa della Gioventù ore 17.30
  • 19/02/2026 Verona, Palazzo Maffei ore 18.00

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