Cikale Operose
Un’interpretazione di Sandro Buzzatti
vibrafono e percussioni Luigi Vitale flauto Laura Zigaina
“I nostri sogni per resistere hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa di indistruttibile… presto impariamo che per continuare a sognare abbiamo bisogno di segni incorruttibili, di un’eredità leggera e persistente… quella dell’acqua che ci ha accompagnato lungo la vita fin da quando imperfetti ed indifesi vi abbiamo trovato ospitalità” Con “Acquando?” Sandro Buzzatti e Luigi Vitale eseguono una forma particolare di rappresentazione, un “melologo, ovvero l’interfaccia e la fusione – in contrappunto – tra parola recitata e musica. I versi risorgenti da preziosi scritti custoditi dalla memoria, pronunciati ad alta voce o appena sussurrati, cercano la sintonia con le note fluenti e cristalline d’un vibrafono lasciato libero di alimentare l’antica mito della circolazione perpetua: un punto di equilibrio al quale entrambi gli esecutori tenacemente aspirano come a rispecchiare il connubio, evidente in matura, tra la più fragile e nervosa struttura che presiede il territorio, i fiumi, e il paesaggio attraversato. Ne scaturisce una sorta di “operina sull’acqua” che gli autori vogliono dedicare a Renzo Franzin, un amico carissimo mancato qualche anno fa, che ha speso la sua vita alla costruzione del movimento per una nuova civiltà dell’acqua; un moderno sciamano dedito alla riscoperta e alla difesa di paesaggi nascosti o perduti lungo gli argini dei tanti fiumi del Veneto. Ai suoi scritti si affianca una pattuglia di compagni di viaggio e di versi (Comisso, Zanzotto, Pascutto, De Luca, Barbieri, Gemignani…) a partire da quel Francesco Petrarca che dalle sorgenti della Sorga ha tratto ispirazione per il suo “Canzoniere”, un’opera che, dentro la metafora di Laura musa ispiratrice, ha dato l’avvio al modero senso di percezione della natura.