Produzione: Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli
Adattamento: Fabio Genovesi, Angela Finocchiaro e Bruno Stori
Interpreti: Angela Finocchiaro e Bruno Stori
con: Gennaro Apicella, Silvia Biancalana, Marco Buldrassi, Michele De Paola, Sofia Galvan, Stefania Menestrina, Caterina Montanari, Francesca Santamaria Amato
Luci: Gaetano La Mela
Scene e costumi: Anna Varaldo
Video: Willow Production (regia Niccolò Donatini) e Robin Studio
Regia: Carlo Sciaccaluga
Musiche: Rocco Tanica e Diego Maggi
Ideazione creature marine: Alessandro Baronio
Fabio Genovesi, autore de Il calamaro gigante, così introduce questa curiosa e surreale storia: «La vita di Angela è assurda e incomprensibile, come quella di ognuno di noi. Da ragazza tanti sogni le facevano battere il cuore, ma i binari rigidi della famiglia e della società l’hanno portata a una situazione che è come un boccone amaro incastrato in gola. Oggi più che mai: tornava a Milano per la cena dell’ufficio, ma il rientro dei vacanzieri dal mare la blocca in coda verso Roncobilaccio. Angela maledice tutta quella gente, maledice pure il mare da cui tornano. E ha ancora la bocca aperta, quando un’onda impossibile la porta via, travolgendo e stravolgendo la sua vita…».
Aggiunge il regista Carlo Sciaccaluga: «L’esistenza del calamaro gigante venne confermata dalla scienza solo nel 1871. Per secoli i suoi sporadici avvistamenti hanno alimentato racconti su serpenti e mostri marini. Per Fabio Genovesi, il calamaro gigante è la metafora dell’impossibile che diventa vivo. La rassegnata assicuratrice Angela (interpretata da Angela Finocchiaro) viene travolta da un’onda che la condurrà in un viaggio attraverso la storia degli avvistamenti di questa creatura, e forse sarà in grado di provare di nuovo la suspension of disbelief.
Credere a una storia significa renderla vera; in senso ontologico, non per convenzione narrativa o teatrale. Non è vero ciò che è vero, bensì ciò che è creduto. Da Dio al calamaro gigante. La nostra stanca andata al tempio del vivere quotidiano, la società dominata dall’algoritmo in cui viviamo, il materialismo imperante si ritirano imbarazzati di fronte al manifestarsi fisico di una creatura creduta leggendaria per secoli. Angela, e noi con lei, inizierà a credere e ad accettare che nell’immensità abissale del mare ci sia una vita che sfugge al nostro controllo».