UNO SGUARDO COMUNE – L’INNOVAZIONE SOCIALE PARTE DALLA VAL DI ZOLDO
Da un’indagine condotta sull’indice di vecchiaia in provincia di Belluno, è emerso che al 1 gennaio 2021 in ben 23 comuni esso è superiore a 300 (ossia 300 abitanti over 65 ogni 100 sotto i 14 anni); raggruppando i territori limitrofi, sono state perimetrate sei zone in cui, per induzione, si concentrano più anziani e sono prevalenti quelli che vivono da soli per la perdita del coniuge e/o per l’assenza/distanza dei familiari.
La riflessione che ne scaturisce è che l’indice di invecchiamento si accompagna a una trasformazione della famiglia, sempre più caratterizzata dalla riduzione o assenza di figli che possano prendere in carico i genitori anziani, non solo per quanto riguarda l’assistenza
sanitaria ma anche per i servizi e i fabbisogni riferibili alla vita quotidiana.
Partendo da questi dati il Circolo ha deciso di aderire al bando Innovazione Sociale promosso dalla Fondazione Cariverona, presentando il progetto “Uno sguardo Comune – Rete di collaboratori familiari di prossimità”, con l’obiettivo dichiarato di costruire una rete di solidarietà comunitaria per la categoria di anziani residenti nello zoldano, resi fragili dalla mancanza di relazioni di prossimità (familiari o comunitarie) e ad elevato rischio di isolamento, non solo fisico ma anche digitale.
La proposta progettuale, che vede come partner il Comune di Val di Zoldo, l’Unione Montana Cadore Longaronese e Zoldo e L’Azienda speciale consortile “Servizi alla persona Longarone Zoldo a.s.c., è stata ritenuta valida e ha quindi ottenuto il finanziamento di 141.000 euro. Lo scorso 15 settembre ha segnato la data di avvio ufficiale del progetto, che avrà una durata di due anni.
L’iniziativa si propone di realizzare una centrale operativa supportata da alcuni operatori familiari di prossimità che possa dare sollievo e risposta ai bisogni degli anziani soli residenti nel Comune di Val di Zoldo, stimolando al contempo un senso di comunità e di aiuto di vicinato.
La modalità di gestione delle richieste sarà duplice: verrà attivato uno sportello fisico, con accesso anche telefonico, aperto a tutti coloro che volessero utilizzare o prenotare un servizio; per gli utenti che ne faranno richiesta sarà concordato un ventaglio di servizi domiciliari e un calendario di appuntamenti regolari.
In prospettiva, il progetto potrebbe essere strutturato all’interno di una Cooperativa di Comunità che affianchi a questo servizio altri possibili risposte ai bisogni sociali del territorio.
Gli ambiti dell’intervento a carico dell’assistente familiare di prossimità sono: counseling per l’apprendimento digitale di base, consegna di farmaci, consegna di beni di prima necessità, sostituzione di “sollievo” del caregiver, trasporto e accompagnamento a visite mediche programmata e/o occasioni di socialità.
L’obiettivo di questa collaborazione sociale di prossimità è sia garantire i servizi diretti alla domiciliarità e i trasporti per visite e cure, sia assicurare la tenuta di alcune relazioni e occasioni di socializzazione che riducano il rischio di esclusione e la trasformazione della solitudine in isolamento.
L’auspicio del Circolo è che questo progetto possa trovare una continuità anche dopo lo scadere dei due anni e che possa essere assunto come modello sociale da replicare in altri territori che presentano le stesse problematiche.